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Preservare l’esterno, trasformare l’interno. Palazzo Rhinoceros – Ateliers Jean Nouvel

Preservare l’esterno, trasformare l’interno

PALAZZO RHINOCEROS – FONDAZIONE ALDA FENDI
PROGETTO ATELIERs JEAN NOUVEL

PALAZZO RHINOCEROS – FONDAZIONE ALDA FENDI
LOCALITÀ : Via del Velabro, ROMA, ITALIA
COSTRUZIONE: 2008 – 2018
USO: Spazio espositivo – Residenza per artisti
ARCHITETTO: Jean NOUVEL – Ateliers Jean Nouvel

A monte del processo progettuale Jean Nouvel fa un’analisi sistematica che cataloga e ordina tutti gli elementi che compongono quella particolare architettura secondo due grandi categorie: quelli che costituiscono l’essenza del luogo e quelli che si sono stratificati nel tempo.

“YOU DON’T REHABILITATE, YOU HABILITATE
YOU HABILITATE A BUILDING BY GIVING IT A STATUS IT DOESN’T OTHERWISE HAVE”

Intervenire su un edificio esistente per Jean Nouvel non significa trasformarlo, ma creare un nuovo organismo architettonico dandogli una nuova vita.

“UNA CITTÀ STORICA È STRAORDINARIA PERCHÉ IN ESSA C’È UNA STRATIFICAZIONE DI ARCHITETTURE CHE SONO
ESPRESSIONI TECNICHE DELLA CULTURA E DEI DESIDERI DI QUELLO SPECIFICO MOMENTO,
TUTTO QUESTO HA CREATO DEGLI EDIFICI CHE EVOLVONO.
È IMPORTANTE OGNI VOLTA OPERARE UNA SINTESI, MOSTRANDO CIÒ CHE RESTA DELLA CULTURA, DEI DESIDERI, DELLE VOLONTÀ
CHE HANNO ANIMATO GLI UOMINI DI UN DETERMINATO MOMENTO STORICO”

Un edificio storico è concepito come un segno nella città e nella storia che contiene le tracce della memoria collettiva ed individuale. La funzione dell’architetto è maieutica: far emergere la natura profonda di quella particolare architettura.

“NON SI È INTELLIGENTI PERCHÉ SI CAPISCONO LE COSE, MA ANCHE PERCHÉ SI SENTE.
TUTTO CIÒ CHE FA PARTE DELL’ORDINE DEGLI AFFETTI, È IMPORTANTE QUANTO CIÒ CHE FA PARTE DELL’ORDINE DELL’INTELLETTO (…)
NON SI POTREBBE CREARE UN’ARCHITETTURA BASATA UNICAMENTE SULLE PERCEZIONI SENSIBILI, DIMENTICANDO IL SENSO DELLA COSTRUZIONE,
DELLA SITUAZIONE, DELL’ECONOMIA. L’ATTO DELLA PROGETTAZIONE È UN ATTO INTELLETTUALE ED EMOTIVO”

Il compito dell’architetto non è quello dell’archeologo, l’analisi che introduce alla progettazione non si fonda solo su elementi oggettivi e razionali, ma attinge alla sensibilità, all’intuizione, all’emozione.

“HO BISOGNO DI TROVARE I MIEI PIANI DI REALTÀ, DI GUARDARE BENE CIÒ CHE MI STA INTORNO E
DI ANALIZZARE CON ORDINE, PER POI COMINCIARE AD IMMAGINARE ATTRAVERSO UNA SERIE DI DATI ANCHE MOLTO PRATICI”

A monte del processo progettuale JN fa un’analisi sistematica che cataloga e ordina tutti gli elementi che compongono quella particolare architettura secondo due grandi categorie: quelli che costituiscono l’essenza del luogo e quelli che si sono stratificati nel tempo.

©Ateliers Jean Nouvel_Fondazione Alda Fendi_LocationPlan
NW: total view ©(c)Roland Halbe; Veroeffentlichung nur gegen Honorar, Urhebervermerk und Beleg / Copyrightpermission required for reproduction, Photocredit: Roland Halbe
W: total view ©(c)Roland Halbe; Veroeffentlichung nur gegen Honorar, Urhebervermerk und Beleg / Copyrightpermission required for reproduction, Photocredit: Roland Halbe
©Ateliers Jean Nouvel_Rome_Fondazione Alda Fendi_BuildingCurrentStatus_PreliminaryPhase
©Ateliers Jean Nouvel_Fondazione Alda Fendi_Materials_TracesOfTheExisting
6 Pianta con mappatura_®AJN_Fondazione Alda Fendi
©Ateliers Jean Nouvel_Fondazione Alda Fendi_NorthElevation_PreliminaryPhase
©Ateliers Jean Nouvel_Fondazione Alda Fendi_WestElevation_PreliminaryPhase
©Ateliers Jean Nouvel_Rome_Fondazione Alda Fendi_Axonometry
L1: look up©(c)Roland Halbe; Veroeffentlichung nur gegen Honorar, Urhebervermerk und Beleg / Copyrightpermission required for reproduction, Photocredit: Roland Halbe
AJN_Rome_Fondazione Alda Fendi_Roland Halbe_©(c)Roland Halbe; Veroeffentlichung nur gegen Honorar, Urhebervermerk und Beleg / Copyrightpermission required for reproduction, Photocredit: Roland Halbe
AJN_Rome_Fondazione Alda Fendi_Roland Halbe_©(c)Roland Halbe; Veroeffentlichung nur gegen Honorar, Urhebervermerk und Beleg / Copyrightpermission required for reproduction, Photocredit: Roland Halbe
L1: gellery look out©(c)Roland Halbe; Veroeffentlichung nur gegen Honorar, Urhebervermerk und Beleg / Copyrightpermission required for reproduction, Photocredit: Roland Halbe
L3: staircase©(c)Roland Halbe; Veroeffentlichung nur gegen Honorar, Urhebervermerk und Beleg / Copyrightpermission required for reproduction, Photocredit: Roland Halbe
L3: staircase©(c)Roland Halbe; Veroeffentlichung nur gegen Honorar, Urhebervermerk und Beleg / Copyrightpermission required for reproduction, Photocredit: Roland Halbe
L6: patio black©(c)Roland Halbe; Veroeffentlichung nur gegen Honorar, Urhebervermerk und Beleg / Copyrightpermission required for reproduction, Photocredit: Roland Halbe
L4: patio black©(c)Roland Halbe; Veroeffentlichung nur gegen Honorar, Urhebervermerk und Beleg / Copyrightpermission required for reproduction, Photocredit: Roland Halbe
AJN_Rome_Fondazione Alda Fendi_Roland Halbe_©(c)Roland Halbe; Veroeffentlichung nur gegen Honorar, Urhebervermerk und Beleg / Copyrightpermission required for reproduction, Photocredit: Roland Halbe
L5: app. 20©(c)Roland Halbe; Veroeffentlichung nur gegen Honorar, Urhebervermerk und Beleg / Copyrightpermission required for reproduction, Photocredit: Roland Halbe
L5: app. 22©(c)Roland Halbe; Veroeffentlichung nur gegen Honorar, Urhebervermerk und Beleg / Copyrightpermission required for reproduction, Photocredit: Roland Halbe
L5: app. 22 detail©(c)Roland Halbe; Veroeffentlichung nur gegen Honorar, Urhebervermerk und Beleg / Copyrightpermission required for reproduction, Photocredit: Roland Halbe
AJN_Rome_Fondazione Alda Fendi_Roland Halbe_RH2637-0096 ©(c)Roland Halbe; Veroeffentlichung nur gegen Honorar, Urhebervermerk und Beleg / Copyrightpermission required for reproduction, Photocredit: Roland Halbe
L4: app. 14 detail©(c)Roland Halbe; Veroeffentlichung nur gegen Honorar, Urhebervermerk und Beleg / Copyrightpermission required for reproduction, Photocredit: Roland Halbe
AJN_Rome_Fondazione Alda Fendi_Roland Halbe_RH2637-0114©(c)Roland Halbe; Veroeffentlichung nur gegen Honorar, Urhebervermerk und Beleg / Copyrightpermission required for reproduction, Photocredit: Roland Halbe

Il Progetto di Jean Nouvel interessa il recupero di una parte di isolato nel centro archeologico monumentale di Roma, composto da tre corpi di fabbrica aggregati, il primo nucleo risale al XVII secolo (Pianta di Roma edita da Giovanni Battista Falda 1676) l’edificio si sviluppa durante il XVIII secolo (Pianta di Roma edita da Giovanni Battista Nolli 1748) assumendo la forma attuale, durante il XIX il corpo di fabbrica cresce in altezza fino a raggiungere la consistenza attuale all’inizio del XX secolo.

Nonostante l’antichità il palazzo non ha una particolare rilevanza architettonica, è inserito nella Carta della Qualità, ma non è soggetto a vincoli specifici. Nelle NTA (Norme Tecniche di Attuazione) del Piano Regolatore Generale viene identificato come appartenente a “edifici e complessi speciali della Città Storica”.

In questi contesti, i progetti che interessano i complessi archeologico-monumentali e gli edifici speciali singoli e aggregati che assumono nella struttura urbana una notevole rilevanza urbanistica, morfologica, simbolica e funzionale, sono finalizzati alla conservazione e valorizzazione delle qualità esistenti. Tali interventi devono essere effettuati nel rispetto delle peculiarità di ciascuna delle componenti insediative, (…) con la conferma, la riscoperta e la valorizzazione del loro ruolo storico-morfologico, funzionale e simbolico nella struttura urbana.

Jean Nouvel coglie la particolarità tutta italiana di usare all’interno di una normativa un termine come simbolico unito a morfologico e accetta la sfida, cercando di rintracciare all’interno dell’edificio tutti i segni visibili e non, che gli appartengono, fa proprie queste definizioni traducendole in principi ispiratori della metodologia progettuale, l’impegno è cogliere l’essenza del luogo da ogni angolazione per impadronirsi del “genius loci” ed intrappolarlo nel progetto. Evidenziando che i vincoli di qualsiasi natura non rappresentano una limitazione insormontabile passivamente subita, ma diventano essi stessi spunto creativo.

Partendo da questi presupposti l’intervento di recupero si basa su un’analisi molto approfondita della preesistenza: ogni elemento è stato mappato, ogni mattonella, crepa, fessura è stata fotografata, schedata e studiata.

Questa sorta di accumulazione di dettagli analizzati, scomposti, classificati, diventa il linguaggio architettonico dell’intervento che ha reinterpretato l’esistente modificando la massa statica dell’isolato con nuovi percorsi labirintici, nuove strutture metalliche, scale e passerelle.

Il progetto parte dalle anomalie del complesso, le rinforza spostando gli spazi, creando contrasti, accenni, provocando fortissime emozioni.

ll luogo mostra in modo brutale i segni del tempo evidenziando come segni di sutura le ricuciture operate con il consolidamento, in modo da rendere chiaro e leggibile l’intervento, valorizzando l’importanza degli aspetti espressivi delle tecnologie costruttive. Jean Nouvel crea macchine dal forte valore iconico, agendo caso per caso e integrando la sua visione con le suggestioni del luogo.

I cambiamenti rilevanti sono stati realizzati principalmente all’interno: un intervento in questo contesto non permetteva modifiche considerevoli delle facciate, delle quali è stato conservato tutto ciò che poteva testimoniare il passaggio del tempo, con una lettura che si potrebbe definire “archeologica”.

Si leggono le differenti stratificazioni senza interventi di chirurgia architettonica (tutte le sue rughe sono amate e conservate), la facciata non si distingue dagli edifici vicini, l’intervento è apparentemente sobrio e minimale, volutamente mimetizzato nel contesto.

Nell’interno ogni residenza ha un particolare arredamento, ma in tutte appaiono stranianti cubi inox inseriti come piccole architetture che si aprono e chiudono, case dentro la casa. Questi elementi puri e visibili sono dei blocchi che contengono bagni e cucine, monoliti iper-tecnologici che non si relazionano con l’ambiente. Si crea così un contrasto tra il design contemporaneo e le conservate patine dei muri, vengono svelati i diversi strati di pittura, le screpolature e i materiali eterogenei lasciati intatti, come un’interpretazione plastica della sedimentazione del tempo.

Il complesso ha una volumetria irregolare con altezze variabili e Jean Nouvel distribuisce le funzioni in modo sovrapposto, insieme al direttore artistico della Fondazione Fendi, Raffaele Curi, a sua volta artista interessante e poliedrico, concepisce un mix funzionale fra 25 residenze per artisti e amanti dell’arte e 800 mq di spazio espositivo.

Nel Rhinoceros, nome dato al palazzo in riferimento ad un animale con una potente componente simbolica, il piano terra risulta così interamente dedicato agli spazi espositivi ed a una sala di proiezione cinematografica con accesso diretto su strada, mentre altri ambiti espositivi si distribuiscono negli altri 6 livelli, sovrapponendosi attraverso un dedalo di percorsi, alle residenze, in un intreccio volutamente senza soluzione di continuità. Due cavedi si innestano all’interno dei tre edifici: uno scuro, percorso da passaggi in lamiera cerata, l’altro chiaro che cattura e riflette la luce naturale. All’ultimo piano la terrazza con caffè e ristorante vive dello spazio circostante che spazia dal Palatino, all’Aventino, ai templi di Vesta Ercole Vincitore e Portumno di Portuno, al Tevere.

Il motore artistico e culturale di tutta l’operazione, è la Fondazione Alda Fendi – Esperimenti ed il sodalizio Alda Fendi / Raffaele Curi costituisce la vera anima e forza della Fondazione, che ha voluto creare nel centro storico di Roma un polo espositivo di nuova generazione ed ha creduto che la figura giusta per realizzarlo potesse essere un progettista come J.N.

Nasce così un HUB culturale piuttosto inedito, che unisce alla funzione sociale e culturale un intervento architettonico, che nonostante il suo understatement, risulta essere uno degli interventi contemporanei più significativi a Roma, soprattutto se raffrontato ad altri interventi in edifici preesistenti come Palazzo Merulana all’Esquilino, Musia a Campo de’ Fiori, l’Apple Store a Palazzo Marignoli in via del Corso, la Lanterna nel Palazzo dell’Unione Militare di Via Tomacelli, la Rinascente a Via del Tritone, Louis Vuitton nell’Ex Cinema Etoile in Piazza San Lorenzo in Lucina e la Biblioteca Hertziana a Via Gregoriana.

“La relazione tra storia e modernità può dare grande forza poetica all’architettura
a patto di essere sinceri, sensibili e giusti nell’atto legittimo del costruire.
Una dimensione metafisica è nata nel vertiginoso e concreto che separa due frammenti della realtà
che si confrontano nello spazio di pochi metri e nell’arco di due millenni.
Consapevole dei rischi della situazione, mi sono riproposto di attenermi a queste semplici considerazioni,
e dunque di proteggere e svelare.“
Jean Nouvel
TAKE A LOOK Risultato immagini per icona stella
  • Great Architects: A journey in the mind of Jean Nouvel
  • Le palais Rhinocéros ouvre ses portes à Rome by Agence France-Presse
  • Rhinoceros, la nuova sede della Fondazione Alda Fendi – Esperimenti, raccontata all’anteprima per la stampa tenutasi il 9 Ottobre 2018.

La Fondazione Alda Fendi Esperimenti si trova a Roma, in via del Velabro 9


L’articolo è stato scritto e curato da
arch. Lucilla Brignola
arch. Claudia Fano
arch. Elena Padovani

Tutte le immagini sono gentilmente state messe a disposizione dall’ufficio stampa dell’Ateliers Jean Nouvel

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