Venturino Ventura è un prolifico architetto che ha molto lavorato a Roma tra gli anni ’50 e ’60. Seguace della architettura organica e della lezione di Wright ha progettato numerose opere, in particolare palazzine per abitazioni. Quella di via Montanelli è forse la più bella tra queste.
Roma
Bruno Zevi visitandolo appena inaugurato nel dicembre del 1974, disse: “Ma allora il design esiste anche a Roma!” In quel momento quando si parlava di design si pensava solo a Milano. Oggi l’Hotel delle Nazioni ha un’altra architettura degli interni.
Lo sviluppo urbanistico della capitale è storicamente segnato dall’abusivismo edilizio. Dal dopoguerra fino agli anni ’80 interi quartieri sono nati e cresciuti in maniera spontanea senza alcuna regola o pianificazione. Questo sviluppo caotico adesso sta presentando il conto. Adesso gli abitanti di quegli stessi quartieri, nipoti dei muratori che li hanno costruiti allora senza troppe pretese, cominciano a reclamare maggiori servizi e qualità urbana, le difficoltà nel gestire questa anarchia stanno emergendo tutte. Ora che la campagna elettorale comincia a entrare nel vivo Vi segnaliamo questo reportage dell’anno scorso che ci sembra ancora attuale.
Sul modello olandese del “woonerf” olandese, ovvero area condivisa, a Roma si progetta la riqualificazione e pedonalizzazione di un quadrante del centro che comprende via Alessandria e piazza fiume dove passa uno snodo importante del traffico romano. La decisione finale è influenzata anche dal peso del processo partecipativo dei cittadini.
…Roma conserva due gioielli sotto il suo manto di evidente bellezza che pochissimi riconoscono al primo sguardo, malgrado siano vissuti quotidianamente e siano parte della vita e della realtà romana: i tramonti e la cosiddetta “giostra Urbinati”.
Roma è in affanno. La nostra capitale ha bisogno di un ripensamento radicale che combatta il degrado, il traffico e che renda il trasporto pubblico efficente e conveniente. Anche questo può aiutare a migliorare l’economia locale. Non ultimo il grande progetto di rigenerazione urbana che dia un nuovo volto alla città difficile.
La struttura, progettata da Franco Palpacelli e Giorgio Romaro, si staglia con nitidezza nel paesaggio periurbano romano: le torri di acciaio sono alte circa 120 metri ed il diametro dei due serbatoi anulari è di 7 metri per quello superiore, e di 34 metri per quello inferiore.
Un’installazione di proiezioni scenografiche a cura di Livia Cannella